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Klesl, Melchior.

Ecclesiastico e uomo politico austriaco. Animatore della rinascita del Cattolicesimo in Austria dopo il Concilio di Trento. Proveniente da una famiglia protestante, fu convertito in gioventù da un gesuita e si orientò verso gli studi teologici e la carriera ecclesiastica, diventando il maggiore portavoce della Controriforma in Austria. Le sue eccezionali doti gli fecero percorrere una rapida e brillante carriera, salendo dalla carica di rettore dell'università a quella di vescovo di Vienna (1598) e infine di cardinale (1616). Egli svolse la sua opera più efficace in favore della rinascita del Cristianesimo in Austria negli anni giovanili, soprattutto dopo il 1580, quando assunse la carica di commissario del vescovo di Passavia per i territori degli Asburgo. Fu sotto la sua guida che Vienna e le altre città dell'Austria furono definitivamente recuperate al Cattolicesimo verso la fine del XVI sec. Il futuro imperatore Mattia, nominato nel 1593 luogotenente dell'arciducato d'Austria, gli affidò gran parte degli affari di Stato. Ormai lontano dal rigore e dall'intransigenza con cui aveva perseguito la causa del Cattolicesimo in gioventù, egli si mostrò disposto ad agire da uomo di Stato e, in quanto tale, disposto a scendere a compromessi coi protestanti, consapevole che una politica inflessibile sarebbe stata rovinosa per la dinastia asburgica. Ciò lo indusse a trasformare la Lega cattolica degli Stati tedeschi in una confederazione imperiale, sotto il patrocinio asburgico, facendo in modo che vi entrasse a far parte anche il luterano elettore di Sassonia. La sua linea flessibile e conciliante lo mise però in cattiva luce agli occhi dei membri più giovani e intransigenti della Casa d'Asburgo e in urto col più probabile candidato al trono, Ferdinando di Stiria, la cui successione fu contrastata da K., preoccupato del rincrudimento dei rapporti coi protestanti, che si preannunciava inevitabile dato il fanatismo religioso dell'arciduca Ferdinando. Nel 1613, seguendo la sua politica di compromesso, convinse l'imperatore Mattia a convocare una dieta con l'intento d'indurre la Lega cattolica e l'Unione protestante a sciogliere le loro formazioni militari, ma la dieta si sciolse senza avere corrisposto a nessuna delle sue speranze, così che, alla morte dell'imperatore Mattia, nel 1619, qualsiasi possibilità di compromesso tra cattolici e protestanti apparve definitivamente tramontata e aveva inizio la guerra dei Trent'anni. Per il suo atteggiamento riluttante nei confronti dei ribelli boemi, nel 1618 venne arrestato e deportato nel Tirolo. Poté ritornare in libertà e riassumere la sede arcivescovile di Vienna solo nel 1623, grazie all'intervento diretto di papa Paolo V (Vienna 1552-1630).